non ho ancora viaggiato il Mondo in lungo in largo, ma quei miei piccoli, grandi spostamenti mi hanno insegnato come in ogni angolo della Terra ci siano infinite, fondamentali differenze nello svolgere quei primi gesti quotidiani
come preparare il caffè
fare colazione
le bevande tipicamente consumate durante un pasto
ogni luogo mi ha mostrato una faccia nuova
alcune di queste differenze mi hanno colta all'improvviso e mi hanno confermato, dopo una grande risata, che "in fondo avevano il loro perché"di esistere
ho così imparato che la colazione all'italiana con i biscotti inzuppati nel tazzone di caffè&latte, a me non piace affatto
ho imparato che sono una che preferisce il salato
che odia l'Apferschorle, perché la frutta è meglio berla senza le bollicine (i Tedeschi hanno una meravigliosa predisposizione per l'orrido)
ho capito che immancabilmente preferisco all'acqua liscia, una bella acqua San Pellegrino frizzante, che se non rutti liberamente, il rutto ti esce comunque dal naso (il ribelle)... ma che non disdegno quelle acque frizzanti americane con leggeri aromi al limone che rendono il rutto ribelle più carnevalesco
eppure, sul discorso del caffè, su quello, ho potuto fare giri immensi, per poi tornare comunque al punto di partenza
mi manca la mia piccola Bialetti, elegante nella sua forma, nel suo rumore allo sgorgare del caffè, carismatica nel rilascio del suo aroma
niente, nessuna macchinetta, nessun caffè "la presse"o come diavolo si chiama, dimentichiamoci degli "istantanei salva la vita nescafè&co", del caffè turco speziato che "bisogna saper aspettare" (e qui riecheggia la voce di Bisio in "Mediterraneo" quando grida "ma che aspettare e aspettare, uno va al bar e ordina un caffè al volo, eccheccazzo! sempre aspettare..."
proprio nulla regge quel confronto, quel semplice momento del caffè della moka...
è in un certo senso confortante che alcuni amori siano indiscussi e per sempre, specialmente quando sanno così profondamente di casa, di mamma, di buono.
come preparare il caffè
fare colazione
le bevande tipicamente consumate durante un pasto
ogni luogo mi ha mostrato una faccia nuova
alcune di queste differenze mi hanno colta all'improvviso e mi hanno confermato, dopo una grande risata, che "in fondo avevano il loro perché"di esistere
ho così imparato che la colazione all'italiana con i biscotti inzuppati nel tazzone di caffè&latte, a me non piace affatto
ho imparato che sono una che preferisce il salato
che odia l'Apferschorle, perché la frutta è meglio berla senza le bollicine (i Tedeschi hanno una meravigliosa predisposizione per l'orrido)
ho capito che immancabilmente preferisco all'acqua liscia, una bella acqua San Pellegrino frizzante, che se non rutti liberamente, il rutto ti esce comunque dal naso (il ribelle)... ma che non disdegno quelle acque frizzanti americane con leggeri aromi al limone che rendono il rutto ribelle più carnevalesco
eppure, sul discorso del caffè, su quello, ho potuto fare giri immensi, per poi tornare comunque al punto di partenza
mi manca la mia piccola Bialetti, elegante nella sua forma, nel suo rumore allo sgorgare del caffè, carismatica nel rilascio del suo aroma
niente, nessuna macchinetta, nessun caffè "la presse"o come diavolo si chiama, dimentichiamoci degli "istantanei salva la vita nescafè&co", del caffè turco speziato che "bisogna saper aspettare" (e qui riecheggia la voce di Bisio in "Mediterraneo" quando grida "ma che aspettare e aspettare, uno va al bar e ordina un caffè al volo, eccheccazzo! sempre aspettare..."
proprio nulla regge quel confronto, quel semplice momento del caffè della moka...
è in un certo senso confortante che alcuni amori siano indiscussi e per sempre, specialmente quando sanno così profondamente di casa, di mamma, di buono.
No comments:
Post a Comment