Tuesday, April 10, 2012

spunti di svista - venticinquesima puntata

una delle più grandi verità sul mio conto è che sono una critica vivente

ovviamente sono molto brava a criticare chiunque, un po' meno me stessa

posto questo preambolo della serie "mi sono lavata la coscienza quindi ora qualunque cosa io faccia non è così malvagia come lo sarebbe stata senza aver fatto la comunione a Pasquetta"

io devo fare una critica ai genitori

grosso handicap della mia critica è che, accidenti, non sono un genitore e quindi tutti i genitori colpevoli possono usare questa banalissima arma per dimostrare che "io non ho idea"

inutile tentare la tecnica del "non c'è bisogno di essersi paracadutati da un aereo in volo per avere un'opinione più o meno legittima e ovviamente del tutto discutibile a riguardo" perché i genitori a questa controbattuta fanno spallucce

così, detto fra noi (che poi non so chi sia questo noi ma forse è meglio così), me ne infischio di ciò che genitori e non genitori penseranno perché in quanto non genitrice e quindi persona egoista ed egocentrica per definizione (...) voglio semplicemente dire la mia, perché sono una testarda incapace di ingoiare un'opinione

e così vi dico, cari genitori, che anche se vi stimo perché comunque vi siete impegnati in una delle più incredibili e difficili avventure, vi dico che se io non ho idea di cosa significhi essere genitore, beh voi, appena siete rimasti incinti, vi siete dimenticati cosa significhi essere figli

e faccio una piccola precisazione, mi riferisco in particolare ai genitori di oggi

siccome ormai vi starete chiedendo quale sia la mia critica, ho deciso di narrarvi un piccolo aneddoto, un frammento dello scorso sabato così che voi, genitori o meno, possiate dirmi se, dannazione, dal basso della mia ignoranza io abbia ragione oppure no

e seppur non mi crederete quando dico che non me ne frega un cazzo di avere ragione, preferirei che le cose non stessero come stanno. punto.

il tutto avviene lo scorso sabato quando con alcuni amici ci siamo trovati per una grigliata a casa di qualcuno che ha un enorme giardino su una collina

con noi ci sono tre bambini

io vi giuro che non potevo credere ai miei occhi... i tre bambini nonostante lo spazio, il sole e un pallone non hanno trovato nulla di più entusiasmante da fare che sedersi sul divano e giocare ciascuno al priorio video game

ora, ok che io sono di parte perché i video games mi fanno cagare e sono una sfigata che perde sempre e non si diverte (a meno che si tratti di mega tornei di wii e figate del genere)

però... siccome non ho 200 anni e siccome sono comunque una persona che per le cose che davvero ne valgano la pena di solito riesce e riesce abbastanza bene (arrogante, evvai)

posso, dico, posso dire che a me questa scena ha dato il voltastomaco? posso dire che secondo me i bambini non ne hanno colpa e la colpa è solo vostra, genitori? sì perché siete voi che non volete che i bambini si sbuccino le ginocchia, siete voi che li preferite lobotomizzati sul divano anziché fuori a divertirsi senza avervi accanto, siete voi che non volete che si sporchino, siete voi che credete di avere ragione "perché siete i genitori"... siete voi che li disegnate così. siete voi che siete cresciuti in campagna che non volete che siano felici come lo siete stati voi.

ebbene, vi sbagliate.

"non voglio cercare le uova colorate perché in giardino c'è la natura e io ho paura"

scusate ma... voi genitori siete d'accordo che un bambino ammazzi mostri e compagni perché tanto è virtuale... e non insegnate che in giardino non esistono vere minacce? e che se un ragno ti fa schifo gli stai lontano?
uno dei tre bambini è stato sgridato per aver ucciso un insetto. ma come fai a fargliene una colpa se nei suoi videogiochi "uccidere" è lo scopo?! per di più non gli hai spiegato che l'insetto non è armato... il bambino applica ciò che sa.

insomma basta. potrei andare avanti troppo a lungo dicendo cose orrende. invece credo che potrei interrompere qui. tanto potete immaginare il seguito del mio criticare e polemizzare.

avevo davvero solo bisogno di un sfogo.

PS per fortuna ad un certo punto è arrivato un bambino con i pantaloni strappati e le ginocchia verdi. ho capito che c'è ancora speranza. alcuni genitori non si sono dimenticati di essere stati quei bambini.


2 comments:

  1. nel pubblico ci sono io, fedele e senza bambini. e a volte certa di non volerne avere per non rimbambirmi solo per lo sfinimento e che altre volte vorrei il mio cucciolo da spupazzare.

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  2. Sono pienamente d'accordo con te. Meglio fuori al sole col pallone che dentro casa davanti a uno schermo.

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