vi ricordate la mia gita avventurosa nel paesello della birra?
(http://vale-psyconversations.blogspot.com/2011/02/spunti-di-svista.html)
ebbene
sono tornata dopo tre mesi nella dolce Radeberg per incontrare un altro paziente e ho potuto constatare un paio di cose degne di nota
anche a Radeberg arriva l'estate. pensavo che alcuni paesi fossero destinati a rimanere grigi e freddi per sempre. per fortuna mi sbagliavo. la gente molto felicemente godeva del sole appollaiata fuori dai bar. ho avuto un momento di sgomento quando passando davanti ad un bar due signori si sono messi a ululare, no dico, ululare. esagerati. se è certo che un complimento, lo sguardo di un bel giovinotto o il sorriso di uno sconosciuto ti possono rallegrare la giornata, due ubriaconi che ululano... no. mi sono proprio imbarazzata e ho detto ad alta voce "bah, questa poi..". insomma, e poi si pensa degli italiani. per fortuna a Dresden invece la gente non si guarda neppure in faccia (douh)
il famoso 309, forse dopo la mia visita, è entrato nell'era della ragione. è stato finalmente dotato di segnaletica luminosa accanto al numero che indica la destinazione. 309: Dresden e 309: strafanculo.
sono soddisfazioni.
il paziente grande e grosso che avrei descritto come "signore"... cazzo, era più giovane di me. lamentava diverse preoccupazioni e quando ho cercato di capirne l'eziologia, pareva non saltare fuori nulla di importante... poi all'improvviso questo ragazzone svuota il sacco. la cara Mutti lo ha finalmente buttato fuori di casa. eeeeh sì, il caro signorino che compie settimana prossima 26 anni viveva ancora all'hotel Mutti. e in Germania non è una cosa normale. certo che non dormi la notte piccolo gigante... è arrivata l'ora di darsi una svegliata. non beve più la birra, dice... vive a Radeberg e cosa beve? la gazzosa.
detto questo non ha fatto altro che alimentare la mia voglia di alcohol. mi sarei proprio seduta in quel giardino che pareva dipinto con fiori, decisamente importati da un altro emisfero, color barbabietola, a sorseggiare una Radeberger.
ho fatto il dito medio al 309, sul quale giuro di aver riconosciuto lo stesso conducente della volta scorsa, e ho preso il treno verso casa, appena in tempo per la merenda. chissà come sta il cavallo nero che ho visto quest'inverno... un po'mi dispiace non aver ritentato la sfortuna. sarà per la prossima gita.
(http://vale-psyconversations.blogspot.com/2011/02/spunti-di-svista.html)
ebbene
sono tornata dopo tre mesi nella dolce Radeberg per incontrare un altro paziente e ho potuto constatare un paio di cose degne di nota
anche a Radeberg arriva l'estate. pensavo che alcuni paesi fossero destinati a rimanere grigi e freddi per sempre. per fortuna mi sbagliavo. la gente molto felicemente godeva del sole appollaiata fuori dai bar. ho avuto un momento di sgomento quando passando davanti ad un bar due signori si sono messi a ululare, no dico, ululare. esagerati. se è certo che un complimento, lo sguardo di un bel giovinotto o il sorriso di uno sconosciuto ti possono rallegrare la giornata, due ubriaconi che ululano... no. mi sono proprio imbarazzata e ho detto ad alta voce "bah, questa poi..". insomma, e poi si pensa degli italiani. per fortuna a Dresden invece la gente non si guarda neppure in faccia (douh)
il famoso 309, forse dopo la mia visita, è entrato nell'era della ragione. è stato finalmente dotato di segnaletica luminosa accanto al numero che indica la destinazione. 309: Dresden e 309: strafanculo.
sono soddisfazioni.
il paziente grande e grosso che avrei descritto come "signore"... cazzo, era più giovane di me. lamentava diverse preoccupazioni e quando ho cercato di capirne l'eziologia, pareva non saltare fuori nulla di importante... poi all'improvviso questo ragazzone svuota il sacco. la cara Mutti lo ha finalmente buttato fuori di casa. eeeeh sì, il caro signorino che compie settimana prossima 26 anni viveva ancora all'hotel Mutti. e in Germania non è una cosa normale. certo che non dormi la notte piccolo gigante... è arrivata l'ora di darsi una svegliata. non beve più la birra, dice... vive a Radeberg e cosa beve? la gazzosa.
detto questo non ha fatto altro che alimentare la mia voglia di alcohol. mi sarei proprio seduta in quel giardino che pareva dipinto con fiori, decisamente importati da un altro emisfero, color barbabietola, a sorseggiare una Radeberger.
ho fatto il dito medio al 309, sul quale giuro di aver riconosciuto lo stesso conducente della volta scorsa, e ho preso il treno verso casa, appena in tempo per la merenda. chissà come sta il cavallo nero che ho visto quest'inverno... un po'mi dispiace non aver ritentato la sfortuna. sarà per la prossima gita.
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